Toulà History

Una lunga storia piena di successi.

A Porto Cervo li attendeva l’Aga Khan. Era il 1985, ma Lady Diana e il Principe Carlo, in viaggio in Italia, decisero di sedersi per pranzo nel più spettacolare tavolo dell’isola: El Toulà di Porto Rotondo. Basta forse questo aneddoto, una delle tante pagine di diario conservate con orgoglio e amore, per raccontare la straordinaria storia del brand, sinonimo di stile e alta cucina nel mondo.

Come un romanzo, ricco di colpi di scena e colpi di flash, la storia del Toulà è un rutilante incrociarsi di sogni realizzati, personalità eccezionali e intuizioni geniali. L’incipit di questa storia del gusto e del Made in Italy va ricercata 23 anni prima delle vacanze italiane di Carlo e Diana. E non siamo in Costa Smeralda ma a Treviso, dove ferve l’imprenditoria del boom economico del Nord Est.

È qui che Alfredo Beltrame, veneto giramondo con un passato di chef in un ristorante ad Alessandria d’Egitto, decide di aprire il suo primo locale: “da Alfredo”. Conosceva il fascino della buona tavola e dell’ospitalità, l’importanza delle atmosfere e l’allure del lusso: saranno proprio queste le caratteristiche che uniranno in un unico filo rosso tutti i ristoranti del suo sogno imprenditoriale. Dopo due anni è la volta di Cortina, dove con Arturo Filippini dà vita a uno dei sodalizi più creativi e della ristorazione non solo italiana ma mondiale.

Il fienile, in ladino El Toulà, è come una folgorazione: un modello di stile italiano, la prima “perla” di una collana di successi.

Toulà, in pochi anni, diviene il simbolo di un stile di vita, di un modo di fare conoscenze, di organizzare feste e ricevimenti, di lasciare un segno in ogni città in cui si apre un nuovo ristorante, una griffe del Made in Italy.

L’”Avvocato” Agnelli, Luciano Benetton, Missoni, Donà delle Rose, Ennio Flaiano e Goffredo Parise: in quegli anni, tutta l’Italia che conta ha un tavolo riservato al Toulà che di fatto diventa la prima catena di alta ristorazione nel mondo. Una moda che diventa “mania”, al punto che il produttore cinematografico Dino De Laurentis, per le riprese del colossal “Hurricane”, il cui set era nell’arcipelago di Bora Bora, ottenne dalla proprietà l’apertura di un “avanposto” Toulà per accontentare i gusti raffinati dei protagonisti e della troupe.

Ecco quindi a Roma (via della Lupa), nel ’68, sorgere un punto di riferimento per le star di Cinecittà e la politica nazionale; in sequenza arriva Milano con Biffi alla Scala e i banchetti alla Società del Giardino, ritrovo fisso per industriali, alta finanza così come per le stelle della musica e della lirica.

È la volta di Firenze all’Harry’s Bar, Padova, Monaco di Baviera, Montecarlo, Helsinki, Toronto, Bora Bora, Tokyo, Nagoya e addirittura Pechino (negli anni Ottanta), primo gruppo italiano – se non occidentale – ad aprire in Cina, in società col governo.

Con l’espandersi della catena di alta ristorazione e l’alone di fama e notorietà che circonda ogni ristorante, Toulà sviluppa sempre più una delle prime intuizioni del suo fondatore: portare fuori dal locale la cucina e l’impeccabile servizio. Così come era cresciuto il “club” esclusivo di “il tuo Toulà in tutto il mondo”, ecco che il Toulà inventa il catering e il banqueting di altissimo livello.

Il Toulà entra nei palazzi e nelle ville d’epoca, rende indimenticabili i banchetti nuziali più prestigiosi e fotografati dai rotocalchi, “inventa” i pranzi di lavoro in ufficio e i coffe break.

Un’onda di innovazione, creatività e gusti raffinati cambia indelebilmente il mondo della ristorazione. E tutti i grandi nomi del passato e del presente si adegueranno alle regole dettate dal Toulà, il fienile.

“Quella volta al Toulà”

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Le nostre perle del passato: i ristoranti Toulà in Italia e nel mondo